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Verena Poloni

Verena Poloni

Pubblicato il rapporto statistico mensile della Banca d'Italia relativo ai principali indicatori economici italiani con dati aggiornati a settembre 2024.

Il Conto delle Amministrazioni pubbliche (AP), e le stime relative alle famiglie e alle società presentati in questo comunicato stampa sono parte dei Conti trimestrali dei settori istituzionali. I dati relativi alle AP sono commentati in forma grezza, mentre quelli relativi alle famiglie e alle società in forma destagionalizzata. L’insieme dei dati diffusi in data odierna recepisce la revisione generale dei conti nazionali pubblicata lo scorso 23 settembre 2024 e la integra con la diffusione di serie storiche trimestrali riviste per l’intero periodo.

Nel secondo trimestre 2024 l’indebitamento netto delle AP in rapporto al Pil è stato pari al -3,4% (-5,0% nello stesso trimestre del 2023).

Il saldo primario delle AP (indebitamento al netto degli interessi passivi) è risultato positivo, con un’incidenza sul Pil dell’1,1% (-0,8% nel secondo trimestre del 2023).

Il saldo corrente delle AP è stato anch’esso positivo, con un’incidenza sul Pil dell’1,5% (1,3% nel secondo trimestre del 2023).

La pressione fiscale è stata pari al 41,3%, in aumento di 0,7 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Il reddito disponibile delle famiglie consumatrici è aumentato dell’1,2%, così come il loro potere d’acquisto.

I consumi sono cresciuti dello 0,4%, con una propensione al risparmio delle famiglie consumatrici del 10,2%, in aumento di 0,8 punti percentuali rispetto al trimestre precedente.

La quota di profitto delle società non finanziarie, pari al 42,6%, è diminuita di 1,2 punti percentuali rispetto al trimestre precedente.

Il tasso di investimento delle società non finanziarie, pari al 22,2%, è diminuito di 0,1 punti percentuali rispetto al trimestre precedente.

Testo integrale e nota metodologica

Lunedì, 07 Ottobre 2024 14:16

Istat: Commercio al dettaglio - agosto 2024

Ad agosto 2024 si stima, per le vendite al dettaglio, una variazione congiunturale negativa sia in valore (-0,5%) sia in volume (-0,4%). Sono stazionarie le vendite dei beni alimentari in valore e in calo quelle in volume (-0,2%) mentre quelle dei beni non alimentari diminuiscono sia in valore sia in volume (rispettivamente -0,7% e -0,5%).

Nel trimestre giugno – agosto 2024, in termini congiunturali, le vendite al dettaglio sono in aumento in valore (+0,2%) e in flessione in volume (-0,1%); le vendite dei beni alimentari sono in crescita in valore (+0,4%) e non registrano variazioni in volume, invece le vendite dei beni non alimentari registrano un calo sia in valore (-0,1%) sia in volume (-0,2%).

Su base tendenziale, ad agosto 2024, le vendite al dettaglio aumentano dello 0,8% in valore e dello 0,2% in volume. Le vendite dei beni alimentari sono in crescita del 2,1% in valore e dell’1,0% in volume, mentre quelle dei beni non alimentari diminuiscono sia in valore sia in volume (rispettivamente -0,3% e -0,2%).

Per quanto riguarda i beni non alimentari, si registrano variazioni tendenziali eterogenee tra i gruppi di prodotti. L’aumento maggiore riguarda i Prodotti di profumeria, cura della persona (+3,3%), mentre registrano il calo più consistente Utensileria per la casa e ferramenta (-2,1%).

Rispetto ad agosto 2023, il valore delle vendite al dettaglio è in aumento per la grande distribuzione (+3,0%) ed è in diminuzione per le imprese operanti su piccole superfici (-0,9%), le vendite al di fuori dei negozi (-2,0%) e il commercio elettronico (-4,7%).

Testo integrale e nota metodologica

Ad agosto 2024, rispetto al mese precedente, crescono occupati e inattivi, a fronte della diminuzione dei disoccupati.

L’occupazione aumenta (+0,2%, pari a +45mila unità) per gli uomini, i dipendenti e in tutte le classi d’età, ad eccezione dei 35-49enni tra i quali diminuisce, così come tra le donne e gli autonomi. Il tasso di occupazione è stabile al 62,3%.

Il numero di persone in cerca di lavoro cala (-2,8%, pari a -46mila unità) per entrambe le componenti di genere e in tutte le classi d’età, ancora una volta con l’eccezione dei 35-49enni. Il tasso di disoccupazione scende al 6,2% (-0,2 punti), quello giovanile al 18,3% (-1,7 punti).

Il numero di inattivi cresce (+0,4%, pari a +44mila unità) tra gli uomini, le donne, i 15-34enni e gli ultra cinquantenni. Il tasso di inattività sale al 33,4% (+0,1 punti).

Il confronto del trimestre giugno-agosto 2024 con quello precedente (marzo-maggio 2024) mostra un incremento nel numero di occupati dello 0,5% (pari a +114mila unità).

La crescita dell’occupazione, osservata nel confronto trimestrale, si associa alla diminuzione delle persone in cerca di lavoro (-5,6%, pari a -97mila unità) e all’aumento degli inattivi (+0,6%, pari a +68mila unità).

Il numero di occupati ad agosto 2024 supera quello di agosto 2023 del 2,1% (+494mila unità). L’aumento coinvolge uomini, donne e tutte le classi d’età. Il tasso di occupazione in un anno sale di 0,8 punti percentuali.

Rispetto ad agosto 2023, diminuisce il numero di persone in cerca di lavoro (-18,3%, pari a -355mila unità) mentre cresce quello degli inattivi tra i 15 e i 64 anni (+0,9%, pari a +106mila).

Testo integrale e nota metodologica

Secondo le stime preliminari, nel mese di settembre 2024 l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, diminuisce dello 0,2% su base mensile e aumenta dello 0,7% su base annua, dal +1,1% del mese precedente.

La decelerazione del tasso d’inflazione si deve principalmente ai prezzi dei Beni energetici, sia regolamentati (da +14,3% a +10,0%) sia non regolamentati (da -8,6% a -11,0%) e, in misura minore, al rallentamento dei prezzi dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +4,5% a +4,0%) e di quelli dei Servizi relativi ai trasporti (da +2,9% a +2,5%). Tali effetti sono stati solo in parte compensati dall’accelerazione dei prezzi dei Beni alimentari non lavorati (da -0,5% a +0,3%) e lavorati (da +1,5% a +1,8%).

Nel mese di settembre l’“inflazione di fondo”, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, scende a +1,8% (da +1,9% di agosto) e quella al netto dei soli beni energetici a +1,7% (da +1,8%).

La dinamica tendenziale dei prezzi dei beni registra una flessione leggermente più ampia (da -0,5% a   -0,8%) e quella dei servizi risulta in decelerazione (da +3,2% a +2,8%). Il differenziale inflazionistico tra il comparto dei servizi e quello dei beni si riduce, portandosi a +3,6 punti percentuali (dai +3,7 di agosto).

I prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona tornano ad accelerare su base tendenziale (da +0,6% a +1,1%), mentre il ritmo di crescita su base annua di quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto si attenua (da +1,1% a +0,6%).

La diminuzione congiunturale dell’indice generale si deve principalmente ai prezzi dei Servizi relativi ai trasporti (-2,1%), dei Beni energetici regolamentati (-1,5%) e dei Beni energetici non regolamentati (-1,1%). Tali effetti sono stati solo in parte compensati dall’incremento dei prezzi dei Beni alimentari non lavorati (+1,4%) e dei Beni durevoli e semidurevoli (+0,3% entrambi).

L’inflazione acquisita per il 2024 è pari a +1,0% per l’indice generale e a +2,1% per la componente di fondo.

In base alle stime preliminari, l’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) aumenta dell’1,2% su base mensile, per effetto della fine dei saldi estivi di cui il NIC non tiene conto, e dello 0,8% su base annua (in decelerazione da +1,2% di agosto).

Testo integrale e nota metodologica

Martedì, 24 Settembre 2024 07:07

Istat: Conti economici nazionali (Anno 2023)

Si presentano le stime relative alla revisione generale dei Conti Economici Nazionali, concordata in sede europea, che introduce innovazioni e miglioramenti di metodi e di fonti. Le serie storiche ricostruite dal 1995 sono rese disponibili sulla banca dati IstatData.

Nel 2023 il Pil ai prezzi di mercato risulta pari a 2.128.001 milioni di euro correnti, con una revisione al rialzo di 42.625 milioni rispetto alla stima di marzo scorso. Per il 2022 il livello del Pil risulta rivisto verso l’alto di 34.209 milioni di euro. Per il 2021 la revisione al rialzo è stata di 20.572 milioni di euro.

Nel 2023 il tasso di variazione del Pil in volume è pari a 0,7%, al ribasso di 0,2 punti percentuali rispetto alla stima del marzo scorso. Sulla base dei nuovi dati, nel 2022 il Pil in volume è aumentato del 4,7%, al rialzo di 0,7 punti percentuali, nel 2021 è cresciuto dell’8,9%, con una revisione di +0,6 punti percentuali.

Nel 2023 gli investimenti fissi lordi sono aumentati in volume dell’8,5%, i consumi finali nazionali dell’1,2%, le esportazioni di beni e servizi dello 0,8% mentre le importazioni sono scese dello 0,4%.

Il valore aggiunto in volume nel 2023 è diminuito dell’1,6% nell’industria in senso stretto e del 3,5% nel settore dell’agricoltura, silvicoltura e pesca, mentre è aumentato del 6,7% nelle costruzioni e dell’1,1% nei servizi.

L’indebitamento netto delle Amministrazioni pubbliche in rapporto al Pil nel 2023 è pari a -7,2% (-8,1% nel 2022), migliorato rispetto alla stima pubblicata ad aprile. Il saldo primario (indebitamento netto meno la spesa per interessi) è pari a -3,5% del Pil.

Testo integrale e nota metodologica

Secondo le stime preliminari, nel secondo trimestre 2024 l’indice dei prezzi delle abitazioni (IPAB) acquistate dalle famiglie, per fini abitativi o per investimento, aumenta del 3,2% rispetto al trimestre precedente e del 2,9% nei confronti dello stesso periodo del 2023 (era +1,6% nel primo trimestre 2024).

La crescita tendenziale dell’IPAB si deve soprattutto ai prezzi delle abitazioni nuove che aumentano  dell’8,1% (in forte accelerazione rispetto al +5,3% del trimestre precedente) e, in misura più contenuta, a quelli delle esistenti che salgono dell’1,9% (in rafforzamento rispetto al +0,8% del primo trimestre).

Questi andamenti si manifestano in un contesto di lieve ripresa dei volumi di compravendita (+1,2% la variazione tendenziale registrata nel secondo trimestre 2024 dall’Osservatorio del Mercato Immobiliare dell’Agenzia delle Entrate per il settore residenziale, dopo il -7,2% del trimestre precedente).

Anche su base congiunturale, la dinamica di aumento dell’IPAB (+3,2%) è imputabile sia ai prezzi delle abitazioni nuove sia a quelli delle esistenti, in crescita rispettivamente del 4,8% e del 2,9%.

Il tasso di variazione acquisito dell’IPAB per il 2024 è pari a +2,7% (+5,6% per le abitazioni nuove e  +2,0% per quelle esistenti).

In tutte le ripartizioni geografiche si registra una crescita dei prezzi delle abitazioni sia su base congiunturale sia su base annua. Su base tendenziale si evidenziano ovunque tassi di incremento positivi e in accelerazione rispetto al trimestre precedente: la crescita più alta si registra nel Sud e Isole con un +3,9%, trainata dai prezzi delle abitazioni nuove che registrano un aumento del 9,5%. Seguono il Nord-Est (da +1,6% a +3,7%), il Nord-Ovest (da +1,9% a +2,5%) e il Centro (da +0,6% a +2,2%).

I prezzi delle abitazioni sono in crescita in tutte le città per le quali viene diffuso l’IPAB. A Milano si registra un aumento, su base annua, del 4,7%, in decelerazione rispetto al trimestre precedente (era +5,3%). Seguono Roma, dove si evidenzia un rialzo tendenziale del +1,6% (era -0,8% nel trimestre precedente) e Torino che fa segnare la crescita più contenuta, pari allo 0,3%, ma in accelerazione dal     -0,7% del trimestre precedente.

Testo integrale e nota metodologica

A luglio 2024 si stima un lieve calo congiunturale per le esportazioni (-0,5%) e una crescita per le importazioni (+1,1%). La diminuzione su base mensile dell’export è più contenuta per l’area Ue (-0,2%) rispetto a quella extra Ue (-0,7%).

Nel trimestre maggio-luglio 2024, rispetto ai tre mesi precedenti, l’export si riduce del 2,8%, l’import dello 0,5%.

A luglio 2024 l’export registra una crescita su base annua del 6,8% in valore e del 4,3% in volume. L’aumento delle esportazioni in termini monetari riguarda entrambi i mercati, Ue (+6,0%) ed extra Ue (+7,6%). L’import segna un incremento tendenziale del 6,3% in valore, maggiore per l’area Ue (+7,9%) rispetto all’area extra Ue (+4,4%); in volume, cresce del 3,8%.

Tra i settori che contribuiscono maggiormente all’aumento tendenziale dell’export si segnalano: articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici (+21,4%), prodotti alimentari, bevande e tabacco (+15,7%), sostanze e prodotti chimici (+15,3%), macchinari e apparecchi n.c.a. (non classificati altrove) (+5,3%), metalli di base e prodotti in metallo, esclusi macchine e impianti (+7,8%). Si riducono su base annua le esportazioni di mezzi di trasporto, autoveicoli esclusi (-14,4%), autoveicoli (-7,5%), articoli in pelle, escluso abbigliamento, e simili (-2,1%).

La crescita dell’export su base annua riguarda tutti i principali paesi partner, a esclusione dell’Austria
(-4,7%). I paesi che forniscono i contributi maggiori sono: Spagna (+12,6%), Paesi Bassi (+18,3%), Francia (+4,7%), Belgio (+15,2%) e paesi ASEAN (+21,8%).

Nei primi sette mesi del 2024, l’export risulta stazionario in termini tendenziali. I settori che più contribuiscono a sostenere l’export nazionale sono prodotti alimentari, bevande e tabacco (+8,9%), articoli sportivi, giochi, strumenti musicali, preziosi, strumenti medici e altri prodotti n.c.a. (+18,3%) e articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici (+3,9%); all’opposto, quelli che forniscono i contributi negativi più ampi sono metalli di base e prodotti in metallo, esclusi macchine e impianti (-6,3%), autoveicoli (-8,5%), articoli in pelle, escluso abbigliamento, e simili (-8,5%) e mezzi di trasporto, autoveicoli esclusi (-4,5%).

Il saldo commerciale a luglio 2024 è pari a +6.743 milioni di euro (era +6.109 milioni a luglio 2023). Il deficit energetico si attesta a -4.792 milioni, da -4.849 milioni dell’anno prima. L’avanzo nell’interscambio di prodotti non energetici sale da 10.958 milioni di luglio 2023 a 11.535 milioni di luglio 2024.

Nel mese di luglio 2024 i prezzi all’importazione aumentano dello 0,5% rispetto al mese precedente e dell’1,3% su base annua (da +0,4% di giugno).

Testo integrale e nota metodologica

Nel mese di agosto 2024, l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, aumenta dello 0,2% su base mensile e dell’1,1% su base annua (da +1,3% del mese precedente), confermando la stima preliminare.

Tra le trenta città capoluogo di regione, provincia autonoma e grandi comuni, Bologna, con una variazione tendenziale di +1,1%, come riportato nel comunicato stesso, si colloca al tredicesimo posto della graduatoria decrescente delle città.

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Nel secondo trimestre 2024, l’input di lavoro, misurato dalle ore lavorate, è diminuito del -0,2% rispetto al trimestre precedente ed è aumentato dell’1,6% rispetto al secondo trimestre 2023. Nello stesso periodo il Pil ha registrato una crescita sia in termini congiunturali (+0,2%) sia in termini tendenziali (+0,9%).

Gli occupati aumentano in termini congiunturali di 124 mila unità (+0,5% rispetto al primo trimestre 2024), a seguito della crescita dei dipendenti a tempo indeterminato (+141 mila, +0,9%) e degli indipendenti (+38 mila, +0,7%) che ha più che compensato la diminuzione dei dipendenti a termine (-55 mila, -1,9%); cala il numero di disoccupati (-84 mila, -4,6% in tre mesi) e aumenta quello degli inattivi di 15-64 anni (+32 mila, +0,3%). Simile la dinamica per i tassi: quello di occupazione raggiunge il 62,2% (+0,2 punti), quello di disoccupazione scende al 6,8% (-0,3 punti) e il tasso di inattività 15-64 anni è stabile al 33,1%. Nei dati provvisori del mese di luglio 2024, rispetto al mese precedente, si osserva un aumento degli occupati (+56 mila, +0,2%) e del relativo tasso (+0,1 punti) che si associa alla diminuzione del tasso di disoccupazione (-0,4 punti) e alla crescita di quello di inattività 15-64 anni (+0,2 punti).

L’occupazione, nel secondo trimestre 2024, cresce anche in termini tendenziali (+329 mila, +1,4% in un anno), coinvolgendo, pure in questo caso, i dipendenti a tempo indeterminato (+3,3%) e gli indipendenti (+0,6%) a fronte della diminuzione dei dipendenti a termine (-6,7%); prosegue il calo dei disoccupati (-194 mila in un anno, -10,2%) e, a ritmi meno sostenuti rispetto al trimestre precedente, quello degli inattivi tra i 15 e i 64 anni (-32 mila, -0,3%). Tale dinamica si riflette nella crescita del tasso di occupazione (+0,7 punti rispetto al secondo trimestre 2023) e nella diminuzione dei tassi di disoccupazione (-0,8 punti) e di inattività (-0,2 punti).  

Dal lato delle imprese prosegue, con un aumento dello 0,5%, la crescita congiunturale delle posizioni lavorative dipendenti osservata a partire dal secondo trimestre 2021; l’intensità della crescita è simile per la componente a tempo pieno e lievemente inferiore per quella a tempo parziale (+0,4%); anche in termini tendenziali la crescita delle posizioni dipendenti (+2,6%) è più marcata tra i full time (anch’essa a +2,6%) e leggermente più contenuta tra i part time (+2,4%). Le ore lavorate per dipendente diminuiscono in termini congiunturali (-1,0%), pur aumentando in termini tendenziali (+0,3%). Il ricorso alla cassa integrazione scende a 7,5 ore ogni mille ore lavorate. Il tasso dei posti vacanti diminuisce di 0,1 punti nel confronto congiunturale e di 0,3 in quello tendenziale. Il costo del lavoro per Unità di lavoro equivalente a tempo pieno (Ula) registra un consistente aumento su base congiunturale, pari all’1,9%, per effetto della crescita sia delle retribuzioni (+1,7%) sia, in misura lievemente superiore, dei contributi sociali (+2,4); l’aumento del costo del lavoro si registra anche in termini tendenziali, attestandosi al 4,5%, ancora una volta per effetto della significativa crescita sia della componente retributiva (+4,7%) sia dei contributi sociali (+4,4%). La crescita particolarmente sostenuta delle retribuzioni osservata in questo trimestre si lega principalmente alle erogazioni economiche previste nei rinnovi contrattuali.

Testo integrale e nota metodologica

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