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Sabato, 27 Gennaio 2024 11:24

Giorno della Memoria 2024: al Sant’Artemio la Shoah attraverso tavole a fumetti e la consegna delle Medaglie d'Onore, alla Cadorin la deposizione della Corona

Per il Giorno della Memoria, il 27 gennaio 2024, Provincia di Treviso, Prefettura di Treviso e Comune di Treviso hanno organizzato una serie di iniziative per ricordare le vittime dell'immane tragedia della Shoah, con l'obiettivo di condividere con la comunità l'importanza di coltivare la memoria e di ribadire come quanto accaduto negli anni della Seconda Guerra Mondiale, a causa di una follia disumana che non trova alcuna giustificazione, non possa essere in nessun modo dimenticato.
Tre i momenti che si sono susseguiti nella mattinata di sabato 27 gennaio: il primo, nell'Auditorium del Sant'Artemio, un approfondimento sulla Shoah attraverso la lettura di alcuni tra i più significativi fumetti contemporanei, con la voce di Andrea Alfieri, accompagnato da un inquadramento storico a cura dell’Istresco, con la partecipazione di oltre 120 studentesse e studenti del Liceo Duca degli Abruzzi di Treviso e rappresentanti della Consulta provinciale, grazie alla sinergia con l'Ufficio Scolastico Provinciale di Treviso; a seguire, la Cerimonia di consegna delle medaglie d'onore ai familiari dei cittadini trevigiani militari e civili deportati e internati nei lager nazisti, a cura della Prefettura di Treviso.
La giornata è proseguita con due appuntamenti aperti a tutta la cittadinanza: un momento di raccoglimento attorno alle Pietre d'Inciampo nel parco del Sant'Artemio, con la collaborazione del Conservatorio “Steffani” di Castelfranco Veneto e, a chiudere la mattinata, la Cerimonia di deposizione della corona di alloro, alla Caserma “L. Cadorin”, a cura del Comune di Treviso. Ad avviare gli appuntamenti in programma sabato 27 gennaio, a partire dalle 9.15 nell'Auditorium del Sant'Artemio, i saluti delle istituzioni del presidente della Provincia di Treviso, Stefano Marcon, del sindaco del Comune di Treviso, Mario Conte, della dirigente dell'Ufficio Scolastico Provinciale di Treviso, Barbara Sardella, e del Prefetto di Treviso, Angelo Sidoti.

È seguito dunque l'approfondimento storico delle drammatiche vicende della Shoah attraverso un reading di alcuni brani significativi, a cura del lettore Andrea Alfieri, tratti da alcuni tra i più importanti graphic novel a tema a livello nazionale e internazionale. Da “Jan Karski” di Marco Rizzo e Lelio Bonaccorso (Rizzoli), a “L’Inverno D’Italia” di Davide Toffolo (Coconino), passando per “Perlasca” di Matteo Mastragostino e Armando Miron Polacco (Beccogiallo) e ovviamente il capolavoro “Maus” di Art Spiegelman (Einaudi). Il tutto inframezzato da un approfondimento e inquadramento storico su "La persecuzione degli ebrei nella storia del ‘900", a cura dell’Istituto della Storia della Resistenza e della Società Contemporanea (Istresco). Le peculiarità del fumetto, a livello visivo e comunicativo, rappresentano un modo nuovo e sensibile per ripercorre le vicende storiche, divenendo occasione di condivisione e riflessione efficace e contemporaneo con ragazzi e ragazze.

Alle 10.30 si è svolta la cerimonia di consegna delle medaglie d'onore ai familiari dei cittadini trevigiani militari e civili deportati e internati nei lager nazisti, a cura della Prefettura di Treviso.

La seconda parte dell'appuntamento, aperta a tutta la cittadinanza, ha compreso due momenti:

• alle 11.30 il momento simbolico di raccoglimento in prossimità delle Pietre d'Inciampo del Sant'Artemio, nell'esedra situata di fronte all'Edificio 1 di Presidenza, in cui saranno ripercorse brevemente le vicende dei quattro cittadini a cui sono dedicate: Elena Guttman, Polacco Ruggeri Segré Salvatore e Schlesinger Ruth, in seguito strappati alla struttura dalle SS e destinati per il tragico viaggio finale alla Risiera di Sabba e al campo di concentramento di Auschwitz.

Contestualmente, si è svolto il contributo degli studenti, con la collaborazione di Istresco e dell'Ufficio Scolastico Provinciale di Treviso, attraverso una lettura di un brano emozionale e un intervento di Francesco Cucinotta, presidente della Consulta provinciale degli studenti. Ad accompagnare il momento, le musiche del Conservatorio Agostino Steffani di Castelfranco Veneto.

Durante il momento di riflessione attorno alle pietre, sono intervenuti anche la deputata della Repubblica, Marina Marchetto Aliprandi, e Marzio Favero, consigliere regonale.

• alle 12.30, alla Caserma del 33° Reggimento EW Battaglione Falzarego "L. Cadorin" di Treviso, si è svolta la Cerimonia di deposizione della corona di alloro
a cura del Comune di Treviso, presso la lapide che vuole ricordare come dal luglio 1942 al settembre del 1943 la Caserma Cadorin sia stata uno dei campi di concentramento creati dal fascismo per imprigionare civili sloveni e croati, catturati dalle truppe della II Armata di stanza in Slovenia. Nel marzo del 1943 furono invece portati a Monigo alcuni prigionieri di guerra sudafricani e neozelandesi, impiegati in lavori agricoli nelle campagne. Il campo rimase poi attivo fino all’annuncio dell’Armistizio fra Italia e Alleati, salvo poi diventare un campo per profughi gestito dal Governo Militare Alleato. Presenti alla cerimonia le autorità civili e militari.

“Oggi abbiamo ricordato l’immane tragedia accaduta in quegli anni, con il dramma della Shoah e della persecuzione, a causa di una follia disumana: un fondamentale passo, condiviso con gli studenti e le istituzioni, per ribadire con profonda convinzione come simili atrocità non debbano e non possano mai trovare giustificazione alcuna – le parole di Stefano Marcon, presidente della Provincia di Treviso – condividere anche con le giovani generazioni l’importanza di coltivare la memoria è un significativo passo verso l’acquisizione di una maggiore consapevolezza e senso di responsabilità”.

“Le istituzioni si sono unite in una giornata di riflessione, raccoglimento, memoria– afferma il sindaco di Treviso Mario Conte – È importante portare avanti questi momenti per rafforzare, anche nelle nuove generazioni, la cultura della memoria, del rispetto e della conoscenza affinché tutti possano avere piena conoscenza di quello che è stato e che non deve accadere più. Prevedere più momenti nell’arco della giornata è stato un modo per dare più strumenti possibili per l’approfondimento e la condivisione che si aggiungono così alle cerimonie di commemorazione”.

“Condividere con le studentesse e gli studenti la riflessione sul significato di “coltivare la memoria”, nel contesto delle iniziative istituzionali, è un’occasione importante per il loro percorso di crescita individuale, come cittadini più responsabili - le parole di Barbara Sardella, dirigente dell'Ufficio Scolastico Provinciale - acquisire conoscenza e consapevolezza della tragedia della Shoah è il primo passo per ribadire, insieme, che simili atrocità non trovano mai giustificazione e non possono, non devono ripetersi”.

Nel suo indirizzo di saluto il Prefetto di Treviso, Angelo Sidoti, ha dapprima ricordato i decorati, internati militari "che rimasero fedeli alla Patria e preferirono la sofferenza della prigionia negli stalag pur di non prendere le armi al servizio del regime nazi fascista". Infine, il Prefetto ha esortato i tanti studenti presenti a coltivare il ricordo delle atrocità della shoah "costruendo le idee per il futuro sulla concretezza della cultura, sulla solidità della storia, affermandole con la forza della ragione, senza farsi affascinare da falsi miti e da pregiudizi manipolatori delle coscienze".

“Coinvolgere studentesse e studenti del Conservatorio Agostino Steffani di Castelfranco Veneto nella preparazione di musiche che accompagnino le iniziative per il Giorno della Memoria al Sant’Artemio è stato un modo di rendere ancor più partecipi le nuove generazioni al valore della memoria, avendo cura del suo significato – spiega Paolo Troncon, direttore del Conservatorio Steffani di Castelfranco Veneto - Un orgoglio poter collaborare attivamente con la Provincia e le Istituzioni per questo appuntamento, che vedrà raccolta attorno alle pietre d’inciampo la comunità”.

“Raccontare le storie di questi protagonisti che hanno vissuto la tragedia “per non dimenticare” è soltanto una prima parte del “fare memoria” – spiega Chiara Scinni, presidente dell’Istresco – Per rendere la memoria viva e trasformarla in uno strumento di responsabilità si deve agire nel tempo presente affinché i meccanismi dell’odio e della disumanizzazione non si ripetano. Ed è questo il messaggio che il Giorno della Memoria vuole indicare”

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